domenica 21 maggio 2017

LE TEORIE SULLA NASCITA DEL LINGUAGGIO


Per spiegare l'origine e lo sviluppo del linguaggio sono state proposte molte teorie.



Burrhus Skinner sostiene che il linguaggio come altri aspetti del comportamento, viene appreso mediante il condizionamento operante, ossia una serie di stimoli, reazioni e rinforzi.
L'apprendimento del linguaggio è dunque legato alla socializzazione.

La teoria di Skinner sembra quasi considerare il bambino come un organismo vuoto che reagisce passivamente all'ambiente.







Non si può negare che l'imitazione e il rinforzo intervengano nell'apprendimento del linguaggio, ma secondo Noam Chomsky da soli non bastano.
Bisogna ipotizzare che il bambino abbia la capacità innata di imparare la lingua madre e di riprodurla correttamente.

Ciò costituisce una specie di sistema incorporato, l'apparato di acquisizione del linguaggio o LAD.
Non si tratta dunque di un organo fisico, ma di un insieme di capacità.



Jean Piaget sosteneva che il bambino impara a parlare nella fase dell'egocentrismo infantile, durante la quale è centrato su se stesso e non sa ancora interagire con gli altri.
Il suo linguaggio non serve a comunicare con gli altri, ma a se stesso, per organizzare il proprio pensiero e azioni.
Solo in seguito comincerà davvero a comunicare.

Monologo: quando il bambino parla da solo.
Monologo collettivo: quando i bambini in gruppo cominciano a parlare con loro stessi.




Secondo Lev Vygotskij invece dapprima sorge il linguaggio comunicativo, interpsichica(il bambino comincia a comunicare con l'adulto), successivamente, si sviluppa il linguaggio interiore, intrapsichica, che permette di regolare dall'interno i processi cognitivi e il proprio comportamento.

Secondo la teoria socio-culturale di Vygotskij la condizione necessaria per lo sviluppo del linguaggio è l'interazione dell'individuo con l'ambiente sociale.

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